Sebbene abbiano proprietà molto simili, nella scelta del materiale dell’impianto c’è sempre un dubbio.
Il successo dell’implantologia, la quale fornisce soluzioni permanenti ed esteticamente adeguate alla sostituzione dei denti perduti, si fonda sui materiali utilizzati in questa branca dell’odontoiatria. Parliamo innanzitutto del titanio, un metallo bianco-argenteo, lucido, leggero ma estremamente resistente, il quale si distingue per la sua eccezionale resistenza alla corrosione in numerosi ambienti.
Nell’implantologia dentale esso viene utilizzato da circa sessant’anni grazie all’ortopedico svedese Per-Ingvar Brånemark, il quale, studiando la circolazione sanguigna nelle ossa, utilizzò telecamere microscopiche fissate all’osso con piccoli cilindri di titanio, e quando tentò di rimuoverli, si rese conto che i cilindri si erano integrati irreversibilmente con l’osso e che era impossibile rimuoverli senza danneggiare l’osso.
Titanio – sinonimo di impianti dentali
Egli chiamò osteointegrazione la capacità del titanio di integrarsi con l’osso umano, senza rigetto, e vide il potenziale di questa scoperta per l’implantologia dentale. Dopo approfondite ricerche ed esperimenti, nel 1965 il primo impianto dentale in titanio fu impiantato in un paziente che lo ebbe fino alla sua morte nel 2006, circostanza che è considerata una delle prove chiave del successo e della longevità del titanio nell’implantologia dentale.
Col tempo, il titanio divenne sinonimo di impianti dentali per la sua eccezionale robustezza, ma anche per la ridotta massa del materiale, per la sua resistenza alla corrosione e, soprattutto, per la sua biocompatibilità, che consente al corpo di accettare l’impianto. Proprio questa capacità di integrare il titanio con le ossa circostanti è considerato il motivo principale del successo a lungo termine degli impianti.
Zirconio – impareggiabile in termini di estetica
Oltre al titanio, gli impianti dentali sono realizzati anche in zirconio, cioè biossido di zirconio (ZrO2). Per le sue proprietà è considerato il miglior materiale alternativo in implantologia dentale.
Lo zirconio è particolarmente apprezzato per la sua capacità di imitare l’aspetto naturale dei denti e, sebbene non sia resistente come il titanio, è comunque abbastanza forte da resistere alle forze di masticazione, circostanza che lo rende un materiale affidabile per impianti dentali e corone. Similmente al titanio, lo zirconio è estremamente biocompatibile, il che significa che il rischio di rigetto o di reazioni allergiche è minimo. Quindi, rispetto al titanio, il suo vantaggio è solo in senso estetico.
Fonti e applicazioni
Sebbene il titanio sia relativamente abbondante nella crosta terrestre, la sua produzione è costosa e tecnologicamente impegnativa, tuttavia, grazie alle sue eccezionali proprietà e all’ampia gamma di applicazioni, è rimasto insostituibile in numerose industrie tecnologicamente avanzate.
Viene ottenuto principalmente dall’estrazione di minerali come l’ilmenite (FeTiO3) e il rutilo (TiO2) attraverso processi complessi in cui il tetracloruro di titanio (TiCl4) viene ridotto con litio metallico o magnesio.
Lo zirconio è un metallo di colore bianco-argenteo che nella tavola periodica degli elementi appartiene al gruppo dei metalli di transizione. Si ottiene principalmente dal minerale zirconio (ZrSiO4) attraverso complessi processi di estrazione e raffinazione. Uno dei passaggi chiave nella produzione dello zirconio è il processo di riduzione, in cui il cloruro di zirconio (ZrCl4) viene ridotto mediante magnesio metallico o altri processi per produrre lo zirconio puro.
Oltre alla realizzazione di corone, ponti e impianti dentali, grazie alla sua capacità di assorbire i neutroni lo zirconio viene utilizzato nell’industria nucleare per rivestire le barre di combustibile nei reattori nucleari, ma anche nella produzione di aerei e di apparecchiature chimiche (a motivo della sua resistenza alle alte temperature e alla corrosione).
