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Come sono fatti i denti? Dati fondamentali e differenze individuali

I denti sono composti da alcune parti che insieme creano la struttura esterna e il nucleo del dente, ovvero la corona e la radice. Si tratta dello smalto, della dentina, del cemento e della polpa dentaria. Lo smalto, la sostanza più dura del nostro corpo, è composto per lo più da calcio e in minima parte da fibre organiche, quindi, sebbene sia molto resistente a fratture, è facilmente intaccabile dagli acidi. La dentina invece è molto più tenera e si tratta di un tessuto connettivo mineralizzato composto da più parti organiche rispetto allo smalto, mentre la polpa è un tessuto composto da vasi sanguigni e nervi, nonché dagli odontoblasti che producono la dentina. Simile alla dentina, il cemento è un tessuto calcificato che garantisce stabilità al dente all’interno dell’alveolo.<br class=”kix-line-break” />Sappiamo che ogni dente ha una forma diversa rispetto agli altri, in quanto assolvono a funzioni masticatorie diverse, e in questo modo vanno a comporre la dentatura della mascella e della mandibola, che insieme ne garantiscono un funzionamento ottimale.

Ognuno di noi, però, presenta delle peculiarità nella forma dei denti, nella loro posizione, ma anche nell’inclinazione a diverse malattie. Tanto è individuale lo sviluppo dei denti che già l’età in cui iniziano a spuntare varia molto da persona a persona, anche se solitamente si aggira sugli otto mesi. Ugualmente, l’età in cui si inizia a perdere i denti da latte, in media i sei anni, è individuale, e c’è chi svilupperà a pieno la dentatura permanente appena in età adulta con la crescita definitiva dei terzi molari (denti del giudizio). Vi è poi chi non possiede affatto i denti del giudizio e può pertanto ritenersi fortunato in quanto non avrà problemi con questi residui della nostra più lontana storia evolutiva.<br class=”kix-line-break” />Per quanto riguarda la forma dei denti, questa può arrecare numerosi problemi se non è adeguata alla forma della bocca, ovvero alle ossa della mascella e della mandibola. Per questo motivo c’è chi, sebbene presenti denti molto più grandi della media, non avrà problemi di sovraffollamento dentale, mentre altre persone, benché abbiano denti di dimensioni minori dovranno ricorrere all’ortodonzia.

Le differenze individuali però non si fermano qui, ma si notano anche nel caso della malattia dentale per eccellenza – <strong>la carie</strong>. Infatti, molte persone, anche non avendo particolare cura dei propri denti, sviluppano difficilmente lesioni cariose. Oltre a fattori quali età, sesso, ma anche razza e area geografica, sulla resistenza alla carie influiscono infatti alcuni fattori molto individuali, ovvero il livello di mineralizzazione del dente e la sua forma. La mineralizzazione, che apporta minerali necessari alla resistenza del dente, è un processo che si porta a compimento con l’età adulta, ma con risultati molto diversi, mentre la forma del dente incide sulla larghezza del solco interdentale da cui dipende la quantità di residui che si andranno a fermare tra i denti.

Quanto detto finora è il risultato della genetica e di millenni di evoluzione dell’uomo, e su tali fattori non possiamo influire direttamente. Possiamo però imparare a conoscere i nostri denti e, con l’aiuto del dentista, ovviare ai possibili difetti o carenze che ci sono stati tramandati. Per questo motivo è importante iniziare a prendersi cura dei denti già da bambini di modo che il dentista possa seguire ogni cambiamento e individuare tutte quelle caratteristiche individuali grazie alle quali è possibile prevenire problemi in età adulta.

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